edizione 2002

 

 

Maria, una di noi ”

Maria, ci hai accompagnato da sempre, come da sempre hai accompagnato il consiglio di Dio, la sua Misericordia; fin dal momento in cui, nella profondità infinita della sua libertà, ti ha visto e, vedendoti, ti ha amato.
Ha amato te, una di noi.
Per questo è sceso fin dentro le povere mura umane della tua casa di bambina che si preparava a diventare donna, visitandoti. Teneramente ammirato dal tuo sì, ha fatto in modo che in te, nella tua carne di donna, crescesse il dono della Sua stessa Persona, come un bambino, come ogni figlio dell’uomo.
“Vergine madre, figlia del tuo figlio.”
Lo hai sentito crescere in te, quel bimbo, ogni giorno della tua pazienza di donna in attesa, come zampillo di sorgente destinato a dissetare la nostra terra riarsa e screpolata.

Appena Elisabetta ebbe udito il s’aiuto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

“Di speranza fontana vivace”.
Per quel fardello di gioia che portasti alla luce, nessun dolore ti è stato risparmiato: dallo scandalo che all’inizio scuoteva la gente del tuo paese, fino ai giorni dolorosi della Passione e della Croce, i giorni della spada che ti ha trafitto l’animo. Eppure proprio lì, su quella croce hai conosciuto il mistero di un nuovo inizio: una nuova famiglia, una nuova comunione, come caparra della Resurrezione di tuo figlio.

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

C’è angolo della terra che, da allora, non sia diventato la tua casa?
Non c’è luogo del mondo, prossimo o lontanissimo, che tu non abbia visitato, in cui tu non abbia dimorato.
Non c’è luogo del mondo in cui non accada a noi di imbatterci nel tuo volto: dalle carceri alle pagine dei poeti, dalle corsie d’ospedale ai dipinti degli artisti.
Non c’è villaggio, piazza, strada, campagna, metropoli che non conosca il tuo misericordioso abbraccio. Madre nostra, madre della Chiesa.
Non c’è famiglia, non c’è casa, non c’è cuore, qui, giuso, intra i mortali, che tu non abbia soccorso, confortato, amato. Maria, una di noi.

 

 

 

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