edizione 2007

 

QUELLO CHE ABBIAMO VISTO LO ANNUNCIAMO A VOI

Ci è stato dato un Figlio, un bimbo è venuto per noi.
Una scandalosa ferialità.
                                       
Il pomeriggio di un giorno lavorativo in un villaggio senza alcuna reputazione, nella stanza di una bambina.
Maria, quante volte deve esserti tornato in mente!
Tante che la memoria ha dilatato quel momento, tante che il sì detto quella volta è divenuto il sì di ogni respiro.
Perché la memoria è il presente di ciò che è avvenuto.
La memoria è la letizia del tempo, dello spazio  mentre li viviamo; la vittoria sul tempo e sullo spazio, mentre li viviamo. Il ricordo non è che un fantasma che oscilla tra pareti friabili, nell’incombenza di un soffitto cedevole.
La memoria no.
Essa è la forma  contemporanea della Grazia.
Un Figlio ci è stato dato, un bimbo è venuto per noi.
Come devi averlo guardato mentre gli davi da mangiare, lo  pulivi, lo lavavi e gli insegnavi le orazioni!
Come devi averlo guardato, quando imparava a camminare e poi a correre, a saltare!
Come deve averlo guardato suo padre, mentre gli insegnava il mestiere e lo portava a  spasso, per mano!
Come deve averti guardato suo Padre, e quale Padre!
Come devi averlo guardato mentre penzolava dal legno, scandalosamente chinato a patire vesti strappate, ruvide sopra il costato. Ecco tuo Figlio!
Chiamata a un’altra maternità mai vista prima, mai più terminata.
Non saranno mai ringraziate abbastanza le tue braccia di donna , il cuore vergine che ha retto queste braccia.
Poiché la Grazia non ama l'enigma, non vola su ali di fantasmi, ma ha spalle solide, forme visibili. Costruisce edifici che sfidano il tempo.

 

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